venerdì 26 giugno 2009

Il Camminatore (Divenire)

Ho ereditato i piedi del camminatore nudo,
Il primordiale dominatore dei passi
Tastava con le dita la complessità della terra
Venerandola con cautela e senza preghiere
Nelle crepe tra i tanti discordi sentieri
Come le avesse tracciate un aratro-penna
Che non si sapeva mai dove finissero.

Camminava e correva sulle costole,
Sulla spina dorsale del cosmo,
Arrampicandosi tra i capelli ...
Niente di più che un pidocchio.

Lì sopra, con i miei piedi, ho letto un fato ironico:
Vi è scritto della fine.

Ora, guardandomi intorno...
Sono mica io il tramonto e quel fato !?
Su questa terra rosea
Tutto me disperso tra rime,
Sensazioni dolci,
Linee in mutamento cromatico...
Son io quello che svanisce?
Che innamora poeti e bagnanti
Che strappa lacrime agli atei?

È questo il destino che ci elegge a svanire:
Ci diluiremo nel mondo.

Ecco, sono il camminatore tra le notti!
Scalzo traccio sulle rive del Tigri,
Le mie impronte d'addio
L'augurio per chi leggerà...
Di non aver paura nel Divenire.

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