lunedì 9 maggio 2011

Il mito pelasgico della creazione

All'inizio Eurinome, Dea di tutte le cose, emerse nuda dal Caos (inteso non come confusa miscela di tutte le cose, concetto posteriore, ma nel senso etimologico di uno spazio vuoto, una voragine immensa) e non trovò nulla di solido su cui posare i piedi. Allora divise il mare dal cielo e intrecciò una danza sulle onde. Danzando, sentì il vento alle sue spalle. Si voltò, lo afferrò e lo strofinò fra le mani. Nacque così il serpente Ofione il quale, acceso di desiderio per Eurinome, la strinse fra le sue spire e si unì a lei. Eurinome si trasformò allora in colomba e, quando ebbe terminato la sua gestazione, depose l'Uovo Universale. Dall'uovo, intorno a cui Ofione si era arrotolato sette volte, per ordine della dea, nacquero tutte le figlie di Eurinome: sole, luna, i pianeti, le stelle, la terra con i monti, i fiumi, gli alberi e le creature viventi.
Eurinome e Ofione si stabilirono sul Monte Olimpo, ma presto Ofione irritò la dea perchè si vantava di essere il creatore dell'universo. Eurinome allora lo colpì alla bocca con un calcio che gli ruppe tutti i denti e lo relegò nelle buie caverne sotterranee.
La dea creò poi le sette potenze planetarie e mise a capo di ciascuna un titano e una titanessa: Tia e Iperione al Sole; Febe e Atlante alla Luna; Dione e Crio a Marte; Meti e Ceo a Mercurio; Temi ed Eurimedonte a Giove; Teti e Oceano a Venere; Rea e Crono a Saturno.
Così narrava il mito Apollonio Rodio:
(…) Cantava come la terra e il cielo e il mare, che un tempo
erano fusi insieme in un’unica forma,
furono gli uni divisi dagli altri a motivo della funesta discordia,
come nel cielo le stelle, e il percorso della luna e del sole,
abbiano un segno sempre fissato, e come sorsero i monti
e come nacquero i fiumi sonori, assieme alle Ninfe,
e gli animali. Cantava come all’inizio Ofione ed Eurinome,
figlia d’Oceano, ebbero la signoria dell’Olimpo
nevoso, e come, vinti dalla violenza, cedettero
il proprio potere Eurinome a Rea e a Crono Ofione,
e precipitarono dentro le acque d’Oceano.
(Apollonio Rodio, Argonautiche, I, 496-506)

Il primo uomo fu Pelasgo, capostipite dei Pelasgi, che emerse dal suolo d'Arcadia, subito seguito da altri uomini ai quali insegnò come fabbricare capanne, nutrirsi e ripararsi con le pelli.

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