mercoledì 18 maggio 2011

Lettera D'Amore Semiserio (prima di tre)

Lettera semiseria
per un amore poco probabile
tra la luna, la scarpa ed il cane


Cara lettrice


Come in una di quelle lettere commerciali indirizzabili a più soggetti con un singolo oggetto scrivo omettendo il tuo nome. I tuoi occhi poi potranno leggere come questa fosse diretta proprio a loro, o diversamente a molte altre coppie, perché gli occhi appunto vanno di due in due, ad esclusione di certe piratasse, e sempre indagano sulla verità, anche se a volte ne vedono solo metà.
Premetto: la missiva è diretta solo a te. Questa scelta che volge all’impersonalità non è una cautela atta a rimediare ad una sbadata dimenticanza onomastica, né è un escamotage per un tentativo di pluri-concupimento. L’ipotesi che voglia innamorare industrialmente un centinaio di donne contemporaneamente è da escludere. Nonostante la notoria stravaganza dei miei comportamenti sentimentali, conservo ancora abbastanza criterio da evitare uno sconfinamento nel campo della poligamia affettiva, che denoterebbe la mia totale perdita di senno.
Pazzo non sono del tutto; non ho motivo di credere che le cose vadano in sensi diversi rispetto a quella che è comunemente riconosciuta come la realtà. Se fosse così, se la realtà prendesse vie alternative, se andasse a farsi relativizzare da chiunque, avremmo un mondo di Gino e uno di Marica e così via, implicando che Gino e Marica non potrebbero mai incontrarsi e quindi non potrebbero innamorarsi. Proprio perché il mondo è uno capita nella vita di imbattersi in altri. Diversamente l’amore servirebbe solo per congiungersi con il nostro ego, alla nostra personale visione del mondo.

Io ti amo, come amano i cani la luna. La luna dal suo canto non ama, ma è amata. Adesso è da dire che non amando nessuno la luna si specchia nei vapori dell’atmosfera molto tristemente. Diversamente il cane appena la luna scompare dalla sua vista si innamora della scarpa del padrone e la distrugge, perché è da considerare che se il cane avesse a portata la luna sicuramente la ridurrebbe a brandelli. La differenza tra una scarpa e la luna è quindi la portata del cane.
Tu non mi ami, come la luna non ama i cani. Il cane dal suo canto ama e non è sempre amato. Adesso è da dire che il cane amando si strugge del suo stesso amore, ed è molto tenero, e il suo padrone astrologo si affeziona a questa tenerezza. Diversamente, quando la luna vede scomparire il cane, e vede scomparire l’astrologo, che la guardava meravigliato, resta in un’assenza spaventosa, al pari del vuoto siderale che la circonda.
(Ah vanità! Aliena al mondo della scarpa che, comunque vada, anche nella sua distruzione, rimane al centro di un mondo d’affetti… ma torniamo a noi)
La differenza tra l’astronomo e la luna è che il primo può sgridare il suo cane per via di una scarpa ridotta a brandelli, il cane può innamorarsi della rabbia del padrone, la scarpa innamorarsi di un calzolaio che la rimette a posto, mentre la luna non può che assistere, aspettando che qualcuno torni ad occuparsi della sua vanità.
Che tu scelga di interpretare una scarpa o la luna in persona, sappi che io non ho scelto di essere un cane, né di essere un calzolaio. Io, mio malgrado, sono il cane e la luna e gli altri personaggi di questa storia bizzarra, è tu… tu sei la parola “amore”, che volendo o meno, come il calzolaio che ama la scarpa, ricuce i brandelli di questa storia poco probabile.


L’improbabile
Nestore

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